Anello delle TRE CIME di LAVAREDO e CRODE FISCALINE dal RIFUGIO AURONZO (2 giorni)

Minitrekking di due giorni, (10 e 11 settembre 2022) nelle Dolomiti di Sesto, zona dalle visuali straordinarie, Patrimonio dell’Umanità Unesco. Oltre alla assoluta valenza paesaggistica e naturalistica, continue sono, su queste montagne, le testimonianze del primo conflitto mondiale. Interessante e commovente, a questo proposito, la vicenda di Sepp Innerkofler, imprenditore austriaco e soldato volontario di Sesto, fondatore del Rifugio Locatelli/Innerkofler (Tre Cime), morto sul Paterno presidiato dagli Alpini durante un tentativo di riconquista, forse per mano di fuoco amico. Se qualcuno desiderasse approfondire, questo un link esaustivo: https://it.wikipedia.org/wiki/Sepp_Innerkofler.

I percorsi compresi tra i Rifugi Auronzo, Locatelli e Lavaredo sono facilmente accessibili ed estremamente trafficati, i restanti sentieri, un po’ meno “turistici”, risultano invece più tranquilli. La difficoltà del percorso è per lo più E, con qualche tratto EE o T. Durante il nostro anello siamo saliti su diverse cime o punti panoramici, nell’ordine: il Col de Medo, il Col Forcellina, il Sasso di Sesto, il Panettone, la cima est delle Crode Fiscaline, l’anticima del Monte Cengia e il Collerena.

Il Rifugio Locatelli/Innerkofler è sempre strapieno di gente, i tempi per la prenotazione del pernottamento sono in genere molto lunghi, organizzarsi con larghissimo anticipo (contatti via wa).

Punto di partenza dell’escursione è il Rifugio Auronzo, situato a quota 2.320 metri alla base del versante sud delle Tre Cime. Il Rifugio è raggiungibile – tramite la comoda strada asfaltata che sale da Misurina – sia in auto che con bus navetta, scelta quest’ultima consigliabile, innanzitutto per motivi di sostenibilità, ma anche per praticità ed economicità: le corse sono molto frequenti e il biglietto si fa in vettura.

1° giorno: dal Rifugio Auronzo al Rifugio Locatelli con Sasso di Sesto e divagazioni verso il Paterno e la Torre di Toblin.

Dal lato ovest dei grandi parcheggi del Rifugio, abbiamo imboccato il sentiero CAI 105 che, con un traverso su rocce e ghiaie, ci ha portati in breve a Forcella Col de Medo (m. 2306); da qui, liberamente in leggera discesa per prati, ci siamo portati sul Col de Medo (m. 2254), che da questo lato non dice granché, ma presenta invece un bel salto roccioso sul versante nordest, ben visibile dal prosieguo dell’escursione. Risaliti alla forcella, abbiamo ripreso il CAI 105 che traversa l’esteso ghiaione sotto il Sasso di Landro. Arrivati all’altezza del Col Forcellina, abbiamo lasciato il sentiero deviando sulla sinistra e raggiungendo senza eccessiva difficoltà la quota m. 2.289, che offre una prima, bella visuale sul versante nord delle Tre Cime. Completato l’aggiramento del Col Forcellina da nord, siamo tornati sul sentiero CAI all’altezza dei sottostanti laghetti e della Langalm. Il sentiero prosegue verso est calando nell’ampia conca erbosa del Pian da Rin sino a 2.170 m. circa (punto più basso dell’intero anello), per poi affrontare la risalita finale verso la Forcella di Toblin (m. 2.405), nei pressi della quale è situato il Rifugio Locatelli/Innerkofler. A quota m. 2.240 circa – per evitare la processione di escursionisti presente su questo tratto – noi abbiamo preferito lasciare il sentiero che sale diretto al Rifugio, optando invece per una traccia sulla destra verso i ghaioni, tramite la quale ci siamo collegati al CAI 101 (di fatto, una stradina) proveniente da Forcella Lavaredo; nell’ultimo tratto abbiamo abbandonato anche questo trafficato sentiero, per seguire una traccia più alta che ci ha condotti al Rifugio Locatelli/Innerkofler passando per alcune opere belliche e gallerie di guerra. Tempo di percorrenza dal Rifugio Auronzo al Locatelli, comprese le varie divagazioni: 2.25 ore, soste escluse. Dopo esserci rifocillati, preso possesso della stanza e aspettato che passasse un temporale pomeridiano, per riempire il pomeriggio ci siamo dedicati prima all’esplorazione del tratto iniziale della suggestiva via di salita al Paterno, che sfrutta diverse gallerie belliche (percorso EE – interessante il monolite del Frankfurter Würstel), giungendo sino all’imbocco dell’ultima galleria, a quota 2500 circa, e poi alla salita del Sasso di Sesto (m. 2.539), notevole punto panoramico di facile accesso che sovrasta il Rifugio; per concludere, siamo andati a curiosare anche alla base della Torre di Toblin. Sul limite del versante ovest della Torre si trova una grotta scavata nella roccia con croce alla memoria degli Standschützen tirolesi periti nel conflitto 1915/18.  In totale, durante questa prima giornata abbiamo camminato per circa 4 ore nette, coprendo una distanza di 10,7 km e 680 m di dislivello +. La visione notturna, dalla cameretta del Rifugio, delle Tre Cime illuminate a giorno dalla luna piena è stata un’emozione indimenticabile.

2° giorno: dal Rifugio Locatelli alle Crode Fiscaline, sino al Collerena e alla Forcella della Croda dei Toni, con rientro passando per il Lago di Cengia, Rifugio Lavaredo e Rifugio Auronzo.

Partiti di buon mattino dal Rifugio Locatelli/Innerkofler, abbiamo immediatamente scavallato la Forcella di Toblin scendendo per una sessantina di metri di dislivello sopra i due laghetti dei Piani e abbiamo poi proseguito lungo il sentiero 101 che traversa per un bel tratto i ghiaioni alla base del versante nord del Paterno. Oltrepassato il terzo lago (che rimane oltre un centinaio di metri più in basso), il sentiero prende a salire su terreno detritico per raggiungere i 2.522 metri della Forcella Pian di Cengia (1 ora), oltre la quale si aprono nuovi, grandiosi scenari. Ancora pochi minuti e si raggiunge l’accogliente Rifugio Pian di Cengia, al quale fanno da sfondo le Crode Fiscaline. Proseguendo sul sentiero in direzione delle Crode, con breve deviazione e senza percorso obbligato, si raggiunge anche il “Panettone”, dal quale si domina il cammino sin qui compiuto. Ripreso il sentiero 101A, abbiamo proseguito sino alla cima più orientale delle Crode Fiscaline (m. 2677, punto di massima quota dell’intero anello – 1.50 ore dalla partenza). Sulla cima, ben frequentata, è posta una grande croce metallica, con un paio di targhe commemorative. Dalla vetta è ben visibile anche la croce di Cima Una, che però è praticamente irraggiungibile da questo lato, in quanto separata dalle Crode Fiscaline da un profondo canalone. Rientrati al Rifugio Pian di Cengia, abbiamo poi proseguito per il sentiero in direzione sud passando sotto Passo Fiscalino e poi, non volendo perdere quota, abbiamo continuato la traversata utilizzando una debole traccia sui ghiaioni (tratto EE, qualche passaggio su detriti instabili è risultato malagevole e richiede passo sicuro) sino a ricollegarci con il sentiero CAI 107 che porta al Passo del Collerena. Ad una prima insellatura, abbiamo deviato a destra per portarci – con breve salita – sull’anticima est del Monte Cengia (m. 2536), che offre una insuperabile visuale sulla Croda dei Toni; ridiscesi alla sella, siamo brevemente risaliti sull’altro versante sino al Passo del Collerena. Per raggiungere la cima del Collerena (m. 2607 – 3.30 ore), noi abbiamo affrontato direttamente e senza traccia la salita da questo versante, su sfasciumi instabili e ripidi (specie sotto la cima) e poi siamo scesi alla Forcella della Croda dei Toni per la facile dorsale est, che è senz’altro consigliabile percorrere anche in salita. Alla Forcella abbiamo riguadagnato il sentiero CAI 107, tramite il quale siamo tornati sui nostri passi sino a collegarci con il segnavia CAI 104 (di fatto una stradina bianca) che, con alcuni tornanti, si cala nella conca del Lago di Cengia e poi prosegue ancora in discesa sino alla quota minima di m. 2217; giunti alla base della Croda Passaporto, ci sono poi da risalire circa 200 metri per raggiungere i laghetti di Lavaredo, posti sotto l’omonima Forcella. Da qui – sempre per stradina bianca senza alcuna difficoltà (CAI 101) – si scende in breve al Rifugio Lavaredo (5.30 ore) e poi si prosegue per un’altra mezz’ora in panoramica traversata senza dislivello apprezzabile in direzione del Rifugio Auronzo, dove si chiude l’anello e dove abbiamo atteso (brevemente) il bus navetta che ci ha riportati a Misurina. In questa seconda giornata abbiamo percorso circa 16,4 km e 1000 m di dislivello+, per un tempo di marcia indicativo (soste escluse) di circa 6 ore.

Dati tecnici complessivi dell’intero anello:

Carta Tabacco 010, sentieri: CAI 105, 101, 101a, 104, 107 e altri sentieri segnalati o tracce, alcuni tratti liberamente, Dislivello 1650 m, Lunghezza 27,1 km, Tempo indicativo: 10h (escluse soste), Difficoltà prevalente E, con tratti T e brevi tratti EE, Altitudine min 2170 (Pian da Rin), Altitudine max 2677 (Croda Fiscalina est).

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