23/07/2023 – Meta dell’escursione di oggi è il monte Gozman, nei pressi del quale si trovano testimonianze delle opere del Vallo Alpino costruite prima della seconda guerra mondiale. Si compie un itinerario ad anello (orario) con partenza dal vallone di Ugovizza. Con una piccola deviazione dal percorso ad anello si può raggiungere anche la cima del monte Acomizza. Punto di partenza dell’escursione è il parcheggio al termine del vallone di Ugovizza, con pagamento di 5 euro per l’ingresso al vallone. Dal parcheggio si seguono le indicazioni per il sentiero CAI 507 verso il rifugio Nordio-Deffar e sella Bistrizza. Si sale lungo la pista di servizio del rifugio e in circa 35 minuti si raggiunge il rifugio. Nei pressi del rifugio si abbandona la pista per seguire a destra il di sentiero che attraversa il torrente Uqua; si inizia a salire lungo il vallone e poco dopo aver attraversato il torrente si incontra il bivio con il sentiero austriaco Karnische Hohen Weg n. 403 e si prosegue a destra in salita nel bosco. Usciti dal bosco, si raggiunge in pochi minuti il villaggio austriaco di sella Bistrizza, alle pendici del monte Osternig. Dalla sella si prosegue verso sud, lasciando a sinistra la pista CAI 507 e si segue l’evidente traccia che porta al monte Gozman, all cui sommità è stata costruita una torretta del bunker del Vallo Alpino del Littorio. Dalla cima del monte Gozman si può visitare il bunker sottostante e la casermetta posta sul versante sud del monte; per raggiungere la casermetta dal cima del monte si scende verso sud e si devia leggermente a destra, fino a raggiungere il tetto piano “a giardino” della casermetta. Per raggiungere gli ingressi della casermetta, oltrepassare proseguendo verso ovest il tetto piano e scendere a snistra mediante una traccia. Dalla casermetta si segue una traccia che traversa il versante sud del monte Gozman in direzione est, verso la chiesetta della Madonna della Neve, passando accanto ad un secondo bunker. Raggiunta la chiesetta si segue il sentiero CAI 507 che scende a sella Pleccia. Giunti alla sella si sale con il CAI 508 alla malga Acomizza, con zona con panchine e panche. Da qui è possibile compiere una deviazione dal percorso ad anello per salire la cima del monte Acomizza (o dal ripido sentiero lungo la dorsale nord-ovest oppure dalla dorsale sud, meno ripida). Dalla malga si procede verso ovest lungo la pista forestale (CAI 507a), fino a La Rotonda, dove sale la strada asfaltata che sale dal vallone di Ugovizza. Nei pressi de La Rotonda sorge la chiesetta di San Uberto, protettore dei cacciatori. Si continua sul CAI 507a, ora diventato sentiero nel bosco, che scende a tratti ripidi fino al vallone di Ugovizza, poco prima del parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto. Nel tratto finale del sentiero si può in alternativa seguire la pista forestale che si incrocia a pochi minuti dal parcheggio.
Sulla presenza di numerose cappelle tra le montagne dedicate alla Madonna della Neve, riporto di seguito uno scritto di Marco Albino Ferrari che descrive il motivo della presenza di queste cappelle.
Il 5 agosto era un giorno speciale per le antiche popolazioni delle Alpi. In tutto l’arco alpino si festeggiava la “Madonna delle Nevi”. I compaesani si riunivano in processione diretti a una delle innumerevoli statue della Madonna poste in alta quota. E a volte (segno dei tempi che cambiano) la si raggiungeva sotto la neve, da cui il nome. Neve d’agosto, effimera, improvvisa, che segnava uno dei più importanti riti di passaggio estivi. Alle cappelle si svolgevano pellegrinaggi di mezza estate. Immagino il parroco con la sua veste nera svolazzante nel vento, mentre cammina davanti alla sua comunità in processione, in questa lunga giornata di ascesa verso zone sempre più severe, per l’annuale benedizione, così da tener lontane le forze maligne delle alte quote (all’epoca ghiacciai e cime erano luoghi-tabù spesso senza nome). Immagino le paure, e con esse il proliferare di riti apotropaici per liberarsi dalle insicurezze della valanga, della frana, della neve fuori stagione che rovina il già misero raccolto.
Il nome Madonna delle Nevi deriva da un episodio avvenuto a Roma nel IV Secolo. Papa Liberio ebbe in sogno la Madonna che gli chiese di costruire una chiesa nel luogo dove il mattino seguente avrebbe nevicato. Cosa che avvenne. L’adozione di questa specifica “delle nevi” per le statue della Vergine in alta quota va ricondotta ai luoghi dove sorgono, freddi e spesso innevati.
Carta Tabacco 019, CAI 507 e 507a e sentieri non segnalati, Dislivello 840 m, Lunghezza 12,7 km, Tempo indicativo 4h30m (escluse soste), Difficoltà E, Altitudine min 1220 m, Altitudine max 1815 m.
Escludendo la salita del monte Acomizza la lunghezza è di 11,5 km, il dislivello di 740 m, con 25 minuti in meno.
Vedi la traccia GPS su OutdoorActive
Scarica la traccia in formato GPX


Lascia un commento