Anello del MONTE DAVANTI da PRAFORTE

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L’anello si svolge nelle Prealpi carniche, a nord di Travesio, prendendo ispirazione dall’amica Laura. L’escursione si svolge nella zona del versante est del monte Ciaurlec, che fino agli anni ’90 veniva utilizzata dall’esercito italiano come poligono di tiro. Per approfondire la storia di questo territorio ho inserito in fondo all’articolo alcune notizie, scritte da Moreno Baccichet. Si può anche vedere il documentario di Stefano Morandini. Punto di partenza dell’escursione è il parcheggio nei pressi del punto di partenza del sentiero CAI 850a e della strada che permette di raggiungere il cimitero di Praforte e la chiesa di San Vincenzo. Dal parcheggio si cammina per un tratto sulla strada asfaltata fino a raggiungere un bivio e si prosegue a sinistra; in corrispondenza della successiva curva si può fare una deviazione per visitare la tribuna militare, ora dismessa, posta sul Col Plait; questa struttura serviva per l’osservazione dell’ex poligono di tiro del Ciaurlec, dismesso dagli anni ’90. Rientrati alla curva, si segue a sinistra la strada sterrata, militare di servizio al poligono, che risale il versante est del monte Ciaurlec, fino a giungere a casera Sinich. Lungo il percorso non ci sono indicazioni e si incontrano alcuni incroci; è utile avere una mappa aggiornata oppure utilizzare la traccia GPS allegata. Dalla casera Sinich si prosegue con qualche saliscendi lungo il sentiero CAI 850 on direzione del Col Taront; giunti nei pressi di una svolta a 90° verso sinistra del sentiero, si vede sulla destra un ometto e un sentiero ben battuto che sale il pendio. Si percorre il sentiero risalendo di circa 100 metri, fino ad incontrare il sentiero CAI 850 che scende dal monte Ciaurlec. Si continua con saliscendi dirigendosi verso il balcone panoramico sulla pianura, con la cima del monte Davanti. Superato un breve tratto ripido, in corrispondenza di un sasso con disegnata una freccia rossa che indica la prosecuzione del sentiero CAI 850 verso casera Davass, si percorre a destra la traccia che raggiunge la vetta del monte Davanti. Dalla cima si prosegue verso est, fino a giungere a casera Davass. Dalla casera con il sentiero CAI 850a si rientra al punto di partenza, passando per la chiesa di SS. Trinità. Dal parcheggio si può effettuare un piccolo anello nella borgata fantasma di Praforte (per sapere di più dell’abbandono del paese consiglio la lettura di questo articolo): giunti alla chiesa di San Vincenzo, si può visitare il cimitero. Rientrati alla chiesa si prosegue lungo la mulattiera che scende passando davanti alla chiesa; al successivo bivio si gira a destra e ai arriva ad un nucleo di case ristrutturate; proseguendo si incontra la strada asfaltata, che si risale a destra fino al parcheggio.
Carta Tabacco 028, Segnavia CAI 850, 850a e strade sterrate, Dislivello 700,
Lunghezza km 12,5, Tempo indicativo 4h15m (escluse soste ed esclusa la visita di Praforte), Difficoltà E, Altitudine min 455, Altitudine max 947.

Per la traccia GPS si può fare riferimento al seguente link, soprattutto per seguire il percorso fino a casera Sinich e per il tratto in salita di sentiero non segnalato tra casera Sinich e monte Davanti.

MonteDavanti_mappa

Da post sulla pagina Facebook di Moreno Baccichet:
“Prima escursione sulle pendici del Monte Ciaurlec per cercare di identificare i migliori percorsi che possano spiegare come su questa montagna si sia svolta una importante vicenda della Guerra Fredda. I comuni di Castelnovo del Friuli e di Travesio fino alla metà degli anni ’60 potevano contare su un enorme ambito di praterie e boschi posto sull’arido versante del Ciaurlec. Una proprietà comunale e collettiva che integrava le risorse delle singole famiglie. Alla metà degli anni ’60 la difesa espropriò diverse migliaia di ettari di terre pubbliche e private (erano presenti dal medioevo alcune stalle) per destinare tutto questo enorme versante del monte alla realizzazione di un poligono di tiro per l’artiglieria pesante. I soldati si posizionavano sul Tagliamento vicino a Valeriano e poi sparavano sul poligono seguendo le indicazioni fornite dagli osservatori che si trovavano sul Ciaurlec. Per vedere meglio le esplosioni fu costruito l’Osservatorio Tigre e una stazione radio. I proiettili superavano i paesi di Pinzano, Valeriano e le borgate di Castelnovo per poi precipitare il più vicino possibile ai bersagli. C’era però il rischio di sbagliare qualche tiro e la vicina borgata di Praforte fu evacuata per paura che qualche errore potesse provocare vittime e danni alle proprietà dei privati. Le famiglie di Praforte furono allontanate con la scusa di un dissesto geologico che non si è mai palesato negli ultimi 50 anni. Gli abitanti furono trasferiti sul piano dove a fianco dei borghi esistenti furono costruite delle nuove case a spese dello Stato. Il paese divenne un paese fantasma e l’attività del poligono proseguì fino all’inizio degli anni ’90. I militari costruirono un sistema di strade sterrate che permettevano di raggiungere gli ordigni inesplosi e verificare i tiri. Oggi questo patrimonio è in fase di cessione ai comuni anche senza aver completato la bonifica del sito. Si tratta ora di riscoprire il senso di questi luoghi e di farli conoscere. Non a caso le pratiche dei giochi di guerra hanno conservato importanti brani di prateria che oggi sono riconosciuti come un Sito di Interesse Comunitario e quindi di valore europeo. Gli incendi causati dalle esplosioni hanno impedito la progressiva espansione del bosco conservando un paleopaesaggio. Ora il problema è come togliere dalla dismemoria, da un limbo di amnesia sociale, questi territori sconosciuti ai più. Come trasformare queste macerie in rovine raccontando un storia recente e sopita. Quella di una guerra giocata sui tavoli di uno scacchiere internazionale passando sulla testa delle comunità locali. Questo enorme spazio abbandonato, oggi privo di destinazione, che significato può assumere in un futuro anche prossimo? Che pratiche d’uso bisogna attivare per sconfiggere un tabù territoriale che descrive questi luoghi come se fossero lontani? Come fare a chiedere la completa bonifica del sito e azioni per la conservazione di un paesaggio unico? Sono domande che ci si deve porre e azioni che si devono progettare anche attraverso esplorazioni “politiche” come quella che abbiamo fatto ieri con una manciata di storici amici”.
Il territorio “è ancora demanio della Difesa, ma è transitabile ad esclusione della zona che deve ancora essere bonificata e che si trova per lo più in comune di Travesio. Al momento c’è un tratto del percorso con un segnavia CAI, mentre dentro nel poligono di tiro si possono seguire le strade militari segnate nella Tabacco o nella CTR. Solo alcune si stanno riempiendo di vegetazione. I cacciatori lo frequentano parecchio, mentre gli escursionisti si concentrano lungo la strada panoramica del bordo. Lungo la forra (del Cosa) che è impressionante e bellissima dall’alto c’è una traccia di sentiero presente nella carta dell’IGM del 1910 ma poi sparita dalle carte seguenti. In realtà seguendola si arriva sulla Clauzzetto-Campone tra la ex cava e le grotte verdi passando sulla destra idrografica di Rio Secco. Uno dei sentieri più belli della pedemontana.”.

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